giovedì 26 maggio 2011

VETRI


Non mi manca più l'aria: semplicemente ho smesso di respirare. Avevo smesso di mangiare altro, di bere, dopo, altri che non fossi tu. Mi sono mantenuta distante dal mondo per non sporcarmi le mani. Solo allora ho smesso di respirare; ma non funziona. Continuo a sentire, a vedere, a dover toccare quello che non vorrei. Ti guardo come se tu fossi nella bolla dei pesci rossi e ti servisse acqua per sopravvivere, mentre a me serve aria. Se ti tenessi in mano, moriresti, se mi gettassi nella vasca con te affogherei. Ti ho sentito vicino attraverso il vetro freddo, ma non c'è modo di restare uniti senza restare separati. Io guardo te. Tu guardi me. E ci amiamo come se fosse così da sempre. Ci amiamo solo da lontano.

domenica 22 maggio 2011

SOGNI 2


Finalmente posso rivederti dopo mesi; inutile dire che non vedo l'ora. L'attesa è cancellata nel sogno e io mi ritrovo direttamente in una camera d'albergo di fronte a te. Non c'è la frenesia di averti dentro, ma quella di averti sopra, addosso come un vestito che ci fa stare bene ad indossarlo. Ho le mani sul tuo petto e cerco di sfilarti la maglia e tu mi dici: "aspetta, devo dirti una cosa. Ho fatto un tatuaggio." Ti guardo come a chiederti cosa c'entra, la solita ruga mi si forma tra le sopracciglia e piego la testa di lato, a sinistra, come mi succede. Alzi la maglia e vedo il suo nome sul seno sinistro. Allungo la mano senza riuscire a toccarti: la tua pelle è incandescente per me. Non riesco più a guardarti. E poi penso che debba essere anche a causa del mio nome se mi succede quello che mi succede: una "L" nel diminutivo. Una lettera completamente aperta, che poi è anche per questo che mi piace tanto il suo suono così morbido, e prolungato quel tanto che basta per sentirne quasi il sapore in bocca. Una panchina in un parco, alla stazione, una sedia di plastica delle sale d'aspetto, un luogo dove sostare, dove riposare le stanchezze. Confortevole per i viaggiatori, i pellegrini o per chi passeggia, magari sotto il fresco creato dalla "A". Un luogo di passaggio: chi mai resterebbe seduto su di una panca per tutta la vita? No, è fatta solo per riprendere il fiato e ripartire, per riacquistare un po' di serenità, per avere la spinta giusta per ricominciare meglio ad affrontare il buio che torna o che può tornare. Bisogna essere dotati di una certa generosità e forza d'animo per essere una "L"; e di parecchi pacchi di fazzolettini per gli addii.

sabato 21 maggio 2011

BENI DI PRIMA NECESSITA'


- Mi scusi, a quanto lo fate un abbraccio oggi?
- Ah signora..oggi le viene una palpata leggera..

- ...e un bacio?
- Dunque, un bacio netto, il classico per intenderci di durata media con la lingua un'atto masturbatorio a dare...altrimenti quello senza è uno struscio leggero.

- E un flm da vedere abbracciati?

- ...ah, ma signora lei ha gusti costosi..quello le viene una fellatio...però.. non vorrebbe per esempio un caffé al bar...quello lo diamo per mezz'ora di mano libere senza impegno...

Allora...cosa le do, oggi?

- ...niente..oggi non ho di che pagare...

- Ma come?..a me non sembra proprio...possibile? e quello che vedo?

- E' che su quello che vede ci ho messo un'ipoteca...non è più roba mia, non la posso usare per scopi personali...

- Capisco...ed è da tanto?...scusi se mi permetto di chiedere...

- Da un po'...sono capitata col peggiore degli strozzini e ora non ho più nulla.
- Sempre lui, eh? Sapesse quante ne sento, signora...quante ancora ci capitano...

- Sì...sempre lui...il cuore.

giovedì 19 maggio 2011

GEMELLI


(RED CHAIRS by XGRAY)

Ho frequentato solo un anno di asilo, dai quattro anni e mezzo ai cinque e mezzo, prima di passare in quella che chiamavano la primina. Circa a metà anno ricordo di essermi fidanzata con due gemelli: il fidanzamento consisteva nell'andare in giro per la classe per mano con me al centro. Un giorno, senza nessuna avvisaglia, arrivando vidi la mia migliore amica del momento mano nella mano con uno dei gemelli: quella grandissima puttanazza (era pure brutta, scura e abbastanza pelosa) si era presa uno dei gemelli. "Uno" perché prima di quel momento non mi ero mai sognata di distinguerli, ritenendola cosa inutile. Tornando a casa mi buttai sul letto, facendomi quello che fu il primo grande pianto della mia vita, e stupendomi delle risate degli adulti al racconto della spiegazione circa la mia profonda tristezza. "Ma hai sempre l'altro!" ripeteva mia madre sorridendo. E io ancora stupita della loro ottusità continuavo a ripetere: "quelli sono gemelli ! Vanno insieme! ".
Probabilmente è per questo che sono comprensiva verso gli uomini poligami; io stessa conservo ancora un ricordo felice di quei primi momenti.

domenica 15 maggio 2011

Non so come sia successo, ma è successo. Ti amo. Come se questo sentire ci fosse sempre stato in me, come se l'inizio non fosse databile. Ti amo. Con ogni bulbo pilifero, ghiandola sudoripara, papilla gustativa del mio corpo. Ti amo. Poco importa che tu faccia o non faccia la tua parte, che tu ci sia o meno. Ti amo. E mi sembra molto più che tutto.

lunedì 9 maggio 2011

SIRENE


Cosa succede quando una donna non proprio giovanissima incontra l'uomo perfetto? Nell'immediato? niente. Semplicemente non ci crede. Perché tanto di stronzi dopo 37 anni ne ha già incontrati in quantità sufficiente, e anche se quello di turno non lo è, si guadagna di diritto la chance di essere il prossimo. Ma c'è qualcosa che te lo fa vedere diverso, e non è merito di quel bicchiere di vino che bevi ogni tanto a pranzo, tanto più che lui comunque non è presente e quindi non beneficia dei tuoi sensi annebbiati: è una gentilezza nuova, una premura che non è finta, una partecipazione sincera ai piccoli eventi della tua vita a cui lo stai rendendo partecipe. Ed è una storia stupenda, l'innamoramento è stupendo: parte piano quasi con un sussurro, poi diventa un passaparola tra amiche, e infine è un pranzo di nozze in cui tanti ridono, ma parecchi piangono. E' febbrile l'attesa di rivedersi, risentirsi, riannusarsi: attesa che a volte si protrae troppo a lungo, è vero, ma tu sei così innamorata che non ci fai caso, o meglio non ti importa. Continui a vivere la tua vita, a cercare di non limitarti in niente, ad affermare davanti a chiunque te lo chieda che non ti sei messa in una angolo ad aspettare il prossimo miracolo, che stai sfruttando tutte le tue possibili occasioni. Intanto le lancette dell'orologio girano e mentre l'entusiasmo dell'inizio magari non è perso, il tempo a disposizione diminuisce, perché gli impegni esistono e sono reali, anzi molto di più. Il lavoro, per dirne una, che ci succhia le energie e il buonumore; i soldi che a farli ci vuole una vita e a perderli meno di un nano secondo; la famiglia che richiede presenza. Ma tu lo cerchi, e lo stesso fa lui: ti si consuma il cervello per quanto ci pensi e sei convinta che se non gli si spaccano i timpani delle orecchie che dovrebbero fischiargli in perpetuo peggio della sirena di un transatlantico poco ci manca. E poi c'è quella sensazione stranissima, mai provata sino ad ora che niente altro ti serva per essere felice se non lui e tutto lui; che nemmeno il sesso sia più in cima alla tua lista e onestamente è una scoperta sconvolgente per una che è sempre partita da quello e su quello ha basato il 75% della sua compatibilità con un altro essere umano. Spiazzante. Ma ogni cosa è in continua evoluzione e per quanto non si voglia guardare in faccia la nuova situazione uscita fresca fresca da un'operazione di chirurgia estetica rimodellante, prima o poi si sarà costretti a farlo. E togliendo lentamente le bende ci si accorgerà di non avere più uno spazio da occupare, un vestito da indossare, una festa a cui partecipare. Insomma per quanto l'amore ci sia, a volte non basta da solo a combattere ed a vincere grandi battaglie, soprattutto tra soldati già stremati da guerre precedenti. E quando sarà difficile trovare persino il tempo per una telefonata, quando non sarà più semplice come prima ridere e desiderarsi e prendersi un po' in giro; quando, mancando il tempo, si sacrificheranno le confidenze sempre scambiate, le coccole, le lotte per decidere cosa guardare in tv, allora non resterà che viverla come un ricordo. Già lontano, carissimo e dolce, che è ancora capace di affermare con forza che abbiamo l'occasione (forse solo una) di incontrare la persona perfetta per noi, la stessa nostra anima che abita un corpo diverso.

sabato 7 maggio 2011

FINZIONI


Di immagini non ne ho mai abbastanza: piroettano nella testa fino a prendere la forma di un sogno quasi reale. Ho talmente tante poche realtà vissute con te, che tutte quelle che mancano me le costruisco.
Quel tuo cipiglio che è uno scacco matto, costruito ad arte ma che funziona, quello credo sia vero; quel gesto che fai con la mano sinistra quando afferri la spalliera della sedia e poi ti sistemi meglio, restando un po' incurvato (non credo di averti mai visto sedere su una sedia); quel tuo prendere aria quando devi trattare questioni di lavoro.
Mi ricordo una volta in cui ti ho chiesto di gonfiare lo stomaco più che potevi per poter immaginare che fosse una specie di mappamondo: ad occhi chiusi come i bambini avrei puntato a caso e avrei scelto un posto solo nostro, a cui avrei dato o avremmo dato il nome di un luogo e che sarebbe rimasto per sempre un pezzo di carne mio e tuo. Ridicolo, sì. Non credo sia successo davvero. E poi c'è quella volta sul pontile di legno; al ristorante, quello piccolo del lido dove sono sempre andata; quella domenica mattina in cui mi hai messo lo smalto; in macchina, quel giorno che volevi farmi una sorpresa e non mi hai voluto dire dove stavamo andando finché non ci siamo arrivati, e mi hai persino fatto tenere gli occhi chiusi...che sciocco; sul divano di casa, a guardare film e mangiare patatine con la maionese. Tutto reale tutto inventato. E sai ancora quanto potrei narrare, che non ci crederebbe nessuno che siano cose mai esistite, tanto particolareggiato sarebbe il mio racconto, fatto di ore precise, di vestiti, parole e gesti, tutto come dovrebbe essere. Perfetto, come quando mi abbracci di notte mentre dormo, e forte mi sposti per avvicinarmi a te, perché ti ho detto che riesco a riaddormentarmi anche mille volte; perfetto come quando stiamo ridendo e vedo l'espressione cambiare all'improvviso sul tuo viso e so a cosa pensi; perfetto come il sorriso che c'è sempre e come i baci che non mancano mai. Tutto reale tutto inventato. Come me e te.

lunedì 2 maggio 2011


Immagina di imbatterti per caso in un tipo fuori dall'ordinario, un mezzo squinternato a prima vista, di passarci le ore, prima a scambiarvi messaggi, poi al telefono raccontadovi fatti della vostra infanzia pur di continuare ad ascoltare la vostra voce; immagina che per te sia pure l'uomo più bello del mondo; immagina che solo il sapere che c'è ti faccia nascere un sorriso ebete sul volto. Realizza poi che quell'uomo non è il tuo. Immagina allora di essere così forte da riuscire a gestire la cosa, da confidare, scherzando, alle amiche, che lo sai benissimo che è una cosa nata così, e che lui ha una vita della quale tu non fai e non farai parte, ma che ti va bene, perché per il momento va bene così, che tu non vuoi niente, che tu non cerchi niente, che te la vivi come viene insomma. Realizza poi che non è vero, che ci sono giorni in cui i tuoi ormoni esplodendo ti trasfomano in una sorte di psicopatica che ritaglierebbe le foto con la sua faccia e farebbe collage nei quali comparite come una coppia felice. Immagina che i "ti amo", gli "amore mio", siano veri, che nascano da un'esigenza del cuore che non riesce più a tacere, che esplode in frasi e mugugni ridicoli che hanno senso solo per te e anche per voi; immagina che esista un voi. Realizza poi che se esistesse davvero il tuo letto non sarebbe ad una piazza, ma a due. Immagina di voler immaginare altro, di non essere pronta a lasciare andare via quei sogni che ti rendono stupidamente felice la notte, quei toni amorevoli, segni e messaggi che appaiono dal nulla, ma che indicano la sua presenza lì accanto a te, anche se non davvero. Realizza che non è la prima volta che danno questo film, e chiediti come mai fanno fare sempre a te il ruolo della protagonista. Immagina che ogni parola che esce dalla tua bocca abbia il suo proprio peso con cui modifica le tue azioni e quelle degli altri. Realizza che non tutti usano la stessa unità di misura. Immagina di riuscire sempre a vedere con questi tuoi occhi, nonstante tutti ti dicano di lasciar perdere, cerchino di inculcarti l'idea che non fai altro che perdere tempo dietro a fantasmi elettrici; immagina di essere più forte di quello che vorrebbe tirarti giù a tutti i costi; immagina di non smettere di credere che esista un lieto fine ogni tanto. Realizza che ciò che si deve fare, non è quello che probabilmente adesso riuscirai a fare. E smettila di immaginare e di realizzare ed inizia a creare.