lunedì 25 giugno 2012

BRAVI SEMPRE


Siamo stati bravi a trovarci; tu, principalmente, mentre io ero persa ancora dietro vecchie ferite. Siamo stati bravi ad amarci, a lungo, senza ritegno, e con tutte le parole possibili. Col tempo, siamo diventati anche bravi nel nutrirlo quell'amore fatto di distanza, di acqua sgorgante, di risa, di mani, di occhi. Tutto c'era, e ancora c'è. Ancora. Poi, poco alla volta siamo diventati i migliori a lasciare la presa, a recitare copioni di coppie in crisi, di "non ho più il tempo per questi giochi", a riempire agende di appuntamenti, qualsiasi cosa pur di non pensare a quel noi. NOI. Ora che siamo arrivati a scaraventarci bicchieri di sale addosso, a storcere il naso davanti a ogni suono scritta segno, a fingere l'indifferenza, ad analizzare solo la mancanza, adesso sì, siamo da oscar.

martedì 12 giugno 2012

CINQUE

Mi ritrovo sempre nello stesso punto della città, vicino, ma non proprio, all'angolo di un giardinetto abbandonato ai bordi della parte vecchia. Per cinque minuti ogni giorno io aspetto te. Da qui non ci passa quasi nessuno, solo qualche auto che si dirige verso il mare. Aspetto. So che non verrai, e non potresti, dal momento che tu non lo sai. Ho contato prima gli alberi, poi i fiori selvatici, poi i pezzi di muratura sgretolati che facevano parte di una panca al centro. Io conto. Le foglie secche vicino ai miei piedi; i formicai; i pezzi di carta buttati per terra. Conto fin quando non arriva il momento di andare. Ora.

lunedì 11 giugno 2012

Sì, sono arrabbiata; no, non lo sono. Sì, sono delusa; no, non lo sono. Sì sento una tristezza senza fine; no, non sento niente. Ora ho solo memoria di tutte le tue bugie, delle parole dolci dette non so neppure per quale motivo. Dei tuoi (finti, credevo) sberleffi, delle tua risa; chissà quante volte avrai pensato a me ridendotela sotto i baffi. A tutto ho creduto, come una stupida, persino al fatto che tu non avessi letto la mail perché avevo sbagliato la casella a cui spedirla. A tutto. Perché sono sempre io a sbagliare. Cretina infinita impastata di carne che va a male. E ancora non ho capito che diavolo vuoi da me, perché non è il sesso, ed è questo che mi ha sviato la maggior parte delle volte, sai. E allora cosa? Una persona con cui confidarti? No, perché non lo fai più. Una di cui correre in aiuto? Neppure; devo proprio farmi sentire affranta per ricevere una telefonata da te, o una tua mail. E allora cosa? Non hai bisogno di clown perché ne sei circondato, di persone che non fanno altro che ridere e scherzare e divertirsi e spassarsela tutti insieme per dimenticare ognuno le sue solitudini. E allora cosa? Cosa? Cosa? Ma andrò a letto senza risposte e non ne otterrò da te. Non hai mai voluto rassicurarmi, non potevi farlo. Tu resti l'incontro bellissimo e terribile di cui per sempre e fino alla fine avrei fatto volentieri a meno. Forse.

giovedì 7 giugno 2012

UGUALI

Siamo uguali
Io e te
Stesi uno accanto all'altro
Solo con le mutande addosso
Siamo uguali
Tu ed io
Pelle carne e respiro
Solo le stanchezze son diverse
Per me ancora quasi nuove
Per te presenze indisponenti

martedì 5 giugno 2012

Le parole colano, si perdono e poi non le ritrovi più. Come la mia saliva che ti bagna tra le cosce, colate come il tuo sperma caldo nella mia bocca. Resistono ancora un po' nell'aria come la eco di quel cupo suono che nasce dalla mia gola ogni volta che tu entri per quel breve tempo infinito. Si aggrappano speranzose nella tua carne dove prima erano le mie unghie, i cui segni già scomparsi sono. Riscaldano come il tuo alito sul mio collo, nelle orecchie, sui lobi, sulle tempie: è fuoco. E colano ancora. E di nuovo.
Le mie, ora, sono probabilmente finite dove già erano le tue. In fondo al buio.