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Avrei
voluto che fossi tu l'ultimo uomo che io avrei amato: quello della
vecchiaia, della demenza, delle risate, della pensione, del
divertimento, del rimboccarsi ancora le maniche. Ma no. Niente amore
niente casa niente bambini niente niente niente. Ci vogliono occhi buoni
per guardare al futuro, per sapere che anche senza volerlo ci sarà un
altro amore o qualcuno che si spaccerà per tale; ci vuole
un cuore forte per accettare di non essere ricambiati; buone orecchie
per sentire che non c'è più nulla da sentire; mani poco salde per
allentare la presa; un modulatore di volontà che aiuti a venirne fuori
come solo il migliore dei whisky può fare. E io credevo che LUI fossi
TU: per le tue mani così simili alle mie; per la nostra cicatrice; per i
dolori, i muscoli, le parti che si rompono all' unisono; gli occhi
ancora uguali. Ci avrei giurato, scommesso l'ultimo euro che mi resterà
forse dopo aver buttato all'aria la mia azienda. Dovevi essere tu
maledizione. Avrei voluto proprio che l'ultimo fossi tu.
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