mercoledì 27 aprile 2011
ACHILLE E LA TARTARUGA
Ogni volta che ti allontani è più difficile riprenderti. Ogni volta più faticoso. Ti perdo un pezzo alla volta, con lentezza, ma con metodo, con sistematicità. Ti ricordi di Zenone di Elea? Del suo paradosso su Achille e la tartaruga? Essendo la tartaruga partita prima di Achille, per quanto veloce lui possa andare ci sarà sempre uno spazio tra lui e la tartaruga, spazio che non gli permetterà di raggiungerla. Ecco, tu sei la tartaruga che non raggiungerò mai. E questa certezza invece che scoraggiarmi, mi sprona, non a tentare di arrivare a te, ma a continuare a guardarti, a osservare quel tuo dondolìo lento col quale affronti la vita, a sorridere della tua andatura un po' buffa. Ti volti per guardare se ci sono ancora, ma non ti fermi. Tu hai tutta una vita che cammina con te, te la porti nel tuo guscio, al sicuro dagli sguardi e dagli attacchi della gente, me compresa. E io sono indietro. Tu e il tuo guscio. Io e il mio tallone.
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