mercoledì 26 ottobre 2011
UNICA
Unica è la tazza poggiata sul ripiano, la calza stesa ad asciugare sul filo della biancheria. La gatta sul tetto che scotta, la coroncina di fiori tra i capelli di mia nipote nel giorno del matrimonio di mio fratello. E la porta che prende chi esce e non torna più. La volta che ha fatto davvero la neve nella mia città. La volta che ho fatto davvero l'amore. La cucina di mia nonna, la premura di mia madre, l'estate dei miei 19 anni. La vecchietta che in piazza vende il prezzemolo in cambio di pochi spicci; il duomo di notte. La prima bigbubble, la prima banconota guadagnata, la prima favola raccontata dalla bisnonna.
Io no.
sabato 22 ottobre 2011
IL DIVANO SPETTINATO
L'avevo sognata così, la fine della mia vita: io e te su di un divano spettinato, ad aspettare i giorni, con te che pizzichi le corde della tua chitarra. Sempre giovani; sempre vecchi. Lo stesso vestito estate ed inverno per due che non sentono altro se non l'aria che respirano, calda o fredda a seconda del tono delle parole. Eppure me l'ero scordato, di averla immaginata, prima di vedere questa foto. Prima di vederci di nuovo. E ora che ci vedo, io e te sul divano spettinato, di nuovo mi chiedo il come tu lo abbia barattato per uno in ordine. E per un'agenda giornaliera. E per una casa quattro stagioni.
PRENOTAZIONE PER DUE
Cinque notti di veglia sveglia dormendo in un letto a 3 piazze.
Cinque notti in cui tu mi tieni la mano mentre il sonno si arrampica dentro lento e mi spunta dalla bocca gridando vittoria.
Cinque notti in cui tu sussurri dalla tua bocca touch screen ed io ascolto attraverso il mio orecchio a cristalli liquidi.
Cinque notti a far baldoria con tutti i tuoi io ed i miei me stretti stipati pigiati danzanti in un ovunque fatto d'aria fresca.
Cinque notti per dormire da insieme da soli come imperfetti sconosciuti.
Prenotazione per due: il Signor Soloparole e la signora Nientevoce.
mercoledì 19 ottobre 2011
LA LUNA E' TONDA E PESANTE
"La luna è tonda e pesante. Come il mio io." Le scapparono dette ad alta voce queste parole che forse come al solito non significavano niente. Non l'aveva sentita nessuno salire in terrazza: il fratello e il padre giù guardavano la tv e sua madre ancora con la pezza in mano. Iniziava a sentire freddo scalza. Non era la prima volta. D'altronde era per cercare un po' di calore che appena dieci minuti prima aveva disegnato tutti quei micro tagli sulle gambe, precisamente sulla coscia sinistra, dove sarebbero stati al sicuro nascosti sotto a qualsiasi gonna. Lì nel posto segreto. Adesso se li godeva insieme al freddo e poi ancora al caldo di quei disegni bambini che il sangue ondeggiando le tatuava sulla pelle. "La luna è tonda e pesante. Più del mio io."
venerdì 7 ottobre 2011
PARTENZE
Sono una tour operator, sono quella che organizza, fa e disfa finché non sceglie la meta giusta e parte in quarta. Nella valigia centinaia di sorrisi, strette di mano energiche, entusiasmo e voglia di costruire da far invidia; travolgo tutto e non guardo intorno. Io vado. Vado perché ci credo; perché sono lenta nello scegliere e quando finalmente ho deciso, credo sempre sia il "viaggio perfetto". Io ci credo. Sempre. Fino alla fine. Poi quando l'adrenalina dell'eccitazione si acquieta, quando i rumori si abbassano riesco a guardarmi intorno con verità; e oggi col mio soprabito color ciclamino e il solito borsone ho sgranato gli occhi. Nessun rumore, solo quello delle cicale, quel suono fortissimo che si sente nell'estate più torrida; poi quello del vento tra le fronde degli alberi e il miagolio di una gatta innamorata; e d'improvviso, tout à coup mi verrebbe quasi di dire, mi sono sporta fuori da uno dei finestrini accorgendomi che il mio tanto desiderato treno era solo un vagone dismesso parcheggiato su un binario morto. E la paura di scendere non sapendo dove andare è tanta. Il terrore di restare lì anche per un altro minuto, pure. Quasi quasi scendo. Forse le cicale cantano per me.
sabato 1 ottobre 2011
OMBRE
- Non mi hai mai chiesto se ti amo..
- No, non l'ho fatto..
- ...e tu, tu mi ami?
- No. Ti voglio bene, ma non ti amo. E neppure tu mi ami.
- Ma ne sei sicura?....come puoi dirlo con certezza...?
- Riesco a percepire distintamente la tua mano quando si poggia su di me: rimane lì, io ne avverto la presenza, è piacevole, confortante, eccitante quando serve, ma resta sempre la tua mano. Sento le labbra quando le poggi sulle mie: sono calde, bagnate a volta, sempre morbide, sempre e solo tue.
- E per questo credi di non amarmi? Anzi, ne sei sicura...?
- Ho amato una volta. Lui non era diverso da me. Non era altro da me. La sua mano affondava nella gamba come un coltello caldo in un panetto di burro; il suo abbraccio mi circondava come la pelle di un animale coprendo ogni centimetro di pelle. Ero cava per lui, per proteggerlo dalle brutture del mondo e dalle intemperie se fosse servito; e ogni punto del mio corpo si cambiava in buco per accoglierlo. Per accogliermi. Amarmi. Soddisfarmi.
- ...perciò tu non mi ami...
- No.
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