lunedì 8 agosto 2011

UN'ESTATE QUASI FA


L'estate dei miei quattordici anni, Antonio, mio dirimpettaio di casa, si presentò al mio cancello con al seguito il suo fratello minore e un amico, tale Donato. Il motivo della visita era la candidatura a mio fidanzato dell'amico di cui sopra. Il peroramento della causa durò per ben tre giri lenti lenti del mio giardino, strinsciando quasi lungo i muri perimetrali, ma io che non ci avevo mai pensato all'idea di avere un fidanzato, tantopiù che Donato aveva la faccia di un mezzo delinquente e l'idea di dover baciare qualcuno mi provocava uno S C H I F O improvviso (lo scrivo distanziato e maiuscolo perché qui in rete pare faccia più impressione scritto così), continuavo a scuotere la testa in segno di diniego. Giunti alla fine del terzo giro e dopo una mezz'oretta di chiacchere (Antonio era un ragazzo di tre anni più grande di me, intelligente e all'epoca abilissimo oratore), e avendo capito che non sarebbe mai riuscito a convincermi avanzò la sua di candidatura a fidanzato. Rifiutai. Stamattina l'ho incontrato: viene a trovare i genitori che ancora vivono nella campagna di fronte a me, è diventato un bravo oncologo, è sposato e ha due bei bambini intelligenti quanto lui e sua moglie. A volte qualcuno riesce anche a fare la scelta giusta.

2 commenti:

  1. Forse anche grazie a quel rifiuto è diventato quello che è (senza offesa)

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  2. sicuramente...io credo che piccole cose possano deviare di molto il corso degli eventi

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