mercoledì 28 dicembre 2011

OGGETTI SMARRITI


Sentirai il mio nome un giorno, non come grido, ma come parola di carne che non risponde all'appello. E sarà il cucchiaio che cerchi a tavola e non trovi, le chiavi dell'auto scomparse improvvisamente, il calzino che ha smesso di fare coppia, la penna preferita che manca. E ogni oggetto non esisterà più per caso, ma sarà testamento di un'esistenza bandita, di un volto disciolto nelle memorie, di una voce che non canta più. Forse allora, circondato da tutti gli altri oggetti che sembrano riscaldarti la vita (e lo fanno), forse dico, e forse ripeto, brucerà come sigaretta sulla pelle la mancanza degli altri che hai lasciato andare, degli altri che erano me, di quello che eri tu nel mio mentre, di quelli che erano diventati presto noi. Oppure continuerai a sostituire il cucchiaio con un'altra posata, ad usare il mazzo di chiavi di riserva, ad uscire senza calzini. E senza mai chiederti il perché.

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