sabato 17 settembre 2011

STOP

Sei andato via ora, un paio di minuti forse, e sono ancora stesa sul letto nella stessa posizione in cui tu mi hai visto un attimo prima di prendere la porta per l'ultima volta. So che ho bisogno di guardarmi allo specchio, ma ritardo l'operazione sapendo già, forse, cosa troverò. E infatti. Mi guardo e quella donna non sono io: stessa faccia, stessa pelle, capelli dello stesso colore, ma gli occhi non mi appartengono. All'inizio di quella mattina ero ancora me; sono salita sulla tua auto sicura, di quello che ero, sicura di quello che volevo fare. Poi è stato tutto veloce e lento come la morte di una stella: la tua mano sulla coscia, solo il pantalone sottile a fare da scudo e STOP. Salta la prima molletta nella mia testa. Mi aggrappo alla maniglia dello sportello: non serve. Stringo. Neppure. Guardo la strada. Non vedo. Nulla. Sento. Sento. Sento te che scherzi...ma che dici? STOP. Apro la stanza con la tessera magnetica. Chiudo la porta. Poso i bagagli. Bussi alla porta. Abbasso la maniglia. Conto i secondi e non arrivo a quattro. STOP. Spalle all'armadio, la canottiera sollevata, le tue dita che mi slacciano il reggiseno. Quante volte lo hai fatto per essere così veloce, così bravo. Quante volte. STOP. Poi la lingua in bocca. Tutta; come un bavaglio che riempie. Altra molletta che salta. Doccia. Poi letto. Tu dentro subito. La tua pelle che è mia, addosso. E la lingua sempre, che spinge, e fruga e preme più del cazzo. Cazzo. Solo cazzo come trivella nel cervello. Non sento la carne, non quanto senta te. Sei tu che scivoli, quello che sei, alternando le vie di accesso. Ora la tua mano è dentro sotto la pelle dentro la mia al posto delle ossa. STOP. Mi tocchi con la mia. Tua. Nostra. La tua spalla si incastra sotto la mia. Ancora dentro. Ora l'altra. Bacino. Gamba destra poi sinistra. Testa. STOP. Io guscio tu molle materia che si espande.
Sei andato via ora, un paio di minuti forse. Mi guardo allo specchio: stessa faccia, stessa pelle, capelli dello stesso colore, ma gli occhi...quella non sono io. Siamo Noi. STOP.

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