domenica 12 dicembre 2010
schegge d'amore
non è il vetro che ci separa
che mi impedisce di vedere
nitidamente la tua figura;
ma la lontananza.
al di qua io immagino te,
al di là, più oltre, di più
guardo occhi che non ci sono
come fossero chiodati nei miei;
con affanno respiro aria umida
la stessa, spartita con te.
odori costruiti immaginati e
sono al centro del mercato delle spezie.
solo non sento la tua pelle
nessun calore ma vetro freddo.
e venero quella parete di luce
unica culla di parole non dette.
esplode-che fragore- ora sono
mille e di più, schegge d'amore
nell'aria che osservo in delirio
cieca di tanto brillante stupore
tripudio di luci
roteanti bottoni
con gambe cromate
su solchi di suoni
è un sogno di anime deste
è sogno di sonni distanti
pesanti ora lievi, bagnati
di carni uniformi striscianti
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