lunedì 30 luglio 2012

SUCCEDE


Succede una cosa strana, succede a me, quando la persona a cui tengo, quella che amo, mi fa uno sgarbo. Io non riesco a dimenticarlo. Quella ferita , piccola, insignificante, resta lì dondolante come il sacco che continua ad oscillare dopo che lo si è colpito. Resta lì invisibile e muta all'altro. Ma io lo vedo, quello sgarbo, come una presenza fisica reale e così quando succede ancora e ancora, l'aria si riempie di tutte queste cose fastidiose e maleodoranti finché non riesco più a tollerare (che poi c'era un periodo nella mia vitaverso i 22 anni in cui tutti avevano il vizio di dire che il verbo tollerare è già di per sé non solo da non dire ma proprio da non pensare) quell'olezzo. Non riesco a scordare tutti quei dolori inferti senza ragione, quelle frasi pungenti che non hanno motivo di essere dette se non per ferire, quei silenzi, quella indifferenza, quelle lontananze che non sono fatti accidentali, ma scelte. Non riesco a dimenticare il dolo, ecco.
E succede, succede a me, che così di punto in bianco, il mio fisico oltre che al mio cuore, mi impedisca di provare quello che sentivo prima, come se l'affetto, l'amore mi fossero interdetti di colpo. Solo la tristezza rimane, per non riuscire bene a ricordare quel sentimento, come mi faceva sentire, i tremori dell'anima mia in quei momenti, la felicità pura di bambina. So che c'era, ma oramai è solo un'ombra; tremenda. Devastante.

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