venerdì 11 dicembre 2009
Stand-by
Aspettare è sempre stato il mio forte: attendo che i secondi diventino minuti, e che i minuti si tramutino in ore, infinite che scandiscono i miei giorni. L'attesa è una "me" aggrappata ai braccioli di una sedia a dondolo, tanto che sembra di vederle le mie nocche saltar fuori dalla pelle tesa. Osservo l'avvicendarsi delle stagioni, sento voci che mi aggrediscono, che mi giudicano, che mi consigliano: io sono sempre lì. E ancora aspetto. Con rabbia, con amore, con speranza so che un giorno arriverà anche il mio turno. E ancora aspetto.
martedì 1 dicembre 2009
Riflessioni
A volte penso che spesso una parola, una parola sola, possa fare grande differenza. Non nel veloce mondo reale, ma in quello soffice e lento in cui tutte le distanze si azzerano. Ed è lì che scopri che una faccina col sorriso orizzontale riesce a seminare panico nella tua testa, o che un "no." scritto proprio così col punto che segue può segnare la fine assoluta di ogni discorso. E questo è il meno: trascorri la giornata alla ricerca delle briciole, di frammenti che possano in qualche modo ricomporre il quadro generale. Cosa improbabile se non addirittura impossibile. Ci vuole un bel secchio di acqua gelata per ristabilire l'ordine nei sentimenti. E quando la comunicazione passa da scritta a verbale cerchi di cogliere ogni più piccola sfumatura salvo poi riconoscere che non avevi capito proprio un bel niente. Eppure dentro vibra una non-rassegnazione a quella che dovrebbe essere una realtà evidente a tutti, tranne che a te che invece continui a sentire piuttosto che a guardare. E tu lo senti. Cazzo se lo senti.
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